lunedì

LUNEDI’ 12-10-2020 AMICO MIO E’ IL POST DI OGGI TITOLO:”ANTONIO LIGABUE E’ STATO UNO DEI PIU’ GRANDI ARTISTI ITALIANI DEL 900. SCRIVO QUESTE RIGHE PER RICORDARE ASSIEME A TE IL PITTORE CHE HA FATTO AMARE A TUTTI NOI LA PITTURA NAIF.”

LUNEDI’ 12-10-2020
Mio caro amico…
lo scorso febbraio…
ci ha lasciato per sempre  l’attore Flavio Bucci. 
Ahimè…
da anni era ospitato in una casa famiglia ad un passo da Roma. 
Purtroppo era costretto a dimorare  in quel luogo triste e cupo a causa di  una esistenza spericolata che lo aveva ridotto in gravi difficoltà economiche. Ultimamente…si era ammalato gravemente. 
 https://tvzap.kataweb.it/news/239607/flavio-bucci-la-confessione-del-ligabue-in-tv-non-ho-piu-soldi/  Era un bravissimo attore Flavio Bucci e vorrei ricordarlo al fianco di Alberto Sordi in questa strepitosa interpretazione nei panni di  don Bastiano il sacerdote ribelle de:“IL MARCHESE DEL
 GRILLO”Come senza dubbio saprai…Flavio è stato un bravissimo attore tuttavia non ha saputo gestire la sua vita che ha trascorso in modo sciagurato...dannatamente in ostaggio di alcol…tabacco e droga. 
In modo inconsapevole…sembrava quasi il protagonista di un vecchio  film di Vittorio Gassman dal titolo emblematico:
“GENIO E SREGOLATEZZA”
Sono però sicura  che questo grande interprete…sia  entrato per sempre nel cuore degli italiani recitando come protagonista nella serie televisiva dedicata ad Antonio Ligabue…sceneggiato che ci ha fatto conoscere in tutte le sue sfaccettature la vita di un maestro della pittura...
vissuto per quasi  tutta la vita ad un passo della mia adorata Parma. 
Nacque a Zurigo in Svizzera…ma a Gualtieri dove ha vissuto gran parte della sua vita veniva chiamato Genio. Era il 1977…e mentre  le piazze di tutta Europa divenivano roventi per via delle dimostrazioni degli studenti contestatori…
la RAI proponeva il suo primo sceneggiato  trasmesso a colori dedicato proprio alla vita di questo grande artista  che a modo suo si ribellava ai dogmi della società del primo novecento  e alle persone che spesso lo avevano emarginato perché lo consideravano una persona con problemi mentali. 
Ricordo che durante la trasmissione di quello splendido sceneggiato…la celebre sigla era di Armando Trovajoli.
Erano gli anni in cui frequentavo la scuola con la spensieratezza di quegli anni gioiosi e ti diro’…mi innamorai subito dei quadri di Ligabue perché era un artista che usava una tecnica inimitabile! 
I suoi animali impressi sulla candida tela sono autentici capolavori e…addirittura…
le sue tigri sembrano balzare dal quadro  pronte a lanciarsi verso gli avversari. 
Naturalmente…già allora ho cercato di apprendere meglio la vita di questo genio della pittura e per prima cosa… ho scoperto che si era trasferito in Emilia quando ancora era bambino. 
Il  suo vero nome era Antonio Costa…ma  dopo il nuovo matrimonio della madre  aveva cambiato il suo cognome in “Laccabue” cognome del  nuovo marito  che lo aveva adottato. 
Nel momento dell’adozione…sembrava  arrivare un momento felice ma  dopo pochi anni una tragedia aveva segnato per sempre la sua vita di adolescente. 
Nel 1913 la madre e le sue 3 sorelle passarono a miglior vita a causa di  un misterioso avvelenamento. Questo dramma…forse era   stato provocato dal suo patrigno. Questo malvagio individuo…si chiamava Bonfiglio Laccabue…ma nessuno riuscì mai a provare la sua colpevolezza. 
E’ inutile dire che per il giovane Antonio ebbe inizio una dolorosa odissea. Dopo avere cercato inutilmente di frequentare la scuola in Svizzera senza successo…ritornò in Italia proprio a Gualtieri…dove cambio’ il suo cognome in Ligabue. 
Ora…sbarcava il lunario facendo il muratore. 
Poi il destino…finalmente si schiero’ dalla sua parte e nel 1928…conobbe un grande artista parmigiano. Si chiamava Renato Marino Mazzacurati e lo prese subito in simpatia. 
Il suo nuovo amico  Mazzacurati…si rese immediatamente conto che sotto gli abiti dimessi di un poveraccio…batteva con vigore il cuore di un  geniale artista. Pertanto con un po' di pazienza gli insegno’ uno ad uno…qualsiasi  segreto della pittura e della scultura. 
Cosi’…una volta per tutte Ligabue poteva dedicarsi alla sua passione che era quella di dipingere stupendi quadri realizzati con i classici colori ad olio. Purtroppo…c’è da aggiungere che le condizioni di salute dell’artista gia’ in quel periodo erano precarie tantè che alterno’ per tutta la vita periodi di grande lavoro con  ricoveri d’urgenza all’ospedale San Lazzaro di Reggio Emilia. 
Questo sfortunato artista…molto di frequente cadeva in profonde depressioni . Pensa che negli anni bui della guerra – parlo dell’inverno 1944 – trovò lavoro come interprete presso  il comando tedesco di Reggio…lui il tedesco lo sapeva a menadito e pensa! Si comportò in maniera inappuntabile fino a quando…
in un piccolo litigio ruppe una bottiglia di vetro scaraventandola sulla testa di un ufficiale delle SS che fortunatamente per lui…era protetto dall’elmetto di acciaio calzato sulla testa! 
Le cronache ci narrano che il comandante della guarnigione ebbe pieta’ di lui e lo salvo’ facendolo passare per pazzo evitandogli  in questo modo la fucilazione sul posto. 
Poi…finalmente la guerra era terminata e Ligabue poteva tornare a dipingere i suoi quadri. 
L’arte…per questo personaggio era un modo per distrarsi da una vita che lo trascinava tra l’ospizio  e le case dei suoi amici. 
In questo momento inizio’ il suo periodo fortunato. Finalmente…un giorno i critici si interessarono alla sua arte ed iniziarono in questo modo le mostre dei suoi quadri. Non è un segreto per nessuno che si affermo’ con il successo che meritava. Aveva il carattere capriccioso il nostro Ligabue ed era anche imprevedibile. 
Pensa che acconsenti’ di fare una mostra a Roma in una galleria a Piazza di Spagna…attuando un vero e proprio ricatto. Pretese che in cambio…il Governo… premiasse il suo talento con una medaglia d’oro e non solo! Obbligo’ che il gallerista Mario Russo lo ricompensasse con una moto Guzzi di colore rosso fiamma. 
Ormai… Ligabue era diventato un artista cosi’ affermato che poteva permettersi ogni giorno le piu’ blasonate stravaganze! I tempi stavano cambiando ed era finita quella parentesi di vita fatta di emarginazione…abbandono e malattia. 
Le sue opere venivano acquistate ed esposte a Palazzo Pitti…alla Quadriennale di Roma e nella galleria di Palazzo Reale a Milano. 
Antonio Ligabue era diventato un artista rispettato da tutti e…adesso con qualche soldino in tasca…aveva coronato il sogno di acquistare un’automobile e farla guidare sulle strade della Bassa Padana addirittura da un autista! 
E’ pur vero che il suo cruccio più grande è stato quello dell’amore non ricambiato per la proprietaria dell’osteria di Gualtieri la mitica signora Cesarina. 
Un amore profondo al punto tale…che il Nomadi hanno scritto questa bellissima canzone dal titolo:“DAMMI UN BES”
E adesso…per concludere…come tutte le belle favole anche quella di Ligabue è finita. 
Sono trascorsi molti anni da quel maledetto 27 maggio 1965…allorquando il Maestro ha chiuso gli occhi per l’ultima volta nella sua amata Gualtieri…ma come accade per tutti i grandi artisti…il suo ricordo  continua  a vivere nel cuore di chi ha amato la sua arte sublime. 
Ora…lascio la parola a Vittorio Sgarbi e alla sua presentazione della mostra  dal titolo:“ANTONIO LIGABUE…LO SPECCHIO DELL’ANIMA” che il Museo Statale Centrale di Mosca ha dedicato al nostro maestro.
 
Ti dirò la verità…a me Antonio Ligabue sembra un personaggio uscito dalla penna di Giovannino Guareschi…uno di quelli vissuti accanto al Grande Fiume dove "IL SOLE IN ESTATE SCOTTA”. 
Il genialoide era un po' folle e negli ultimi periodi della sua vita diceva:
“Faranno un film…quando sarò morto. 
A me però non mi comanda nessuno!”. 
Amico mio...domani sera alle 21 
potrai trovarmi nella CHAT di FACEBOOK.
Ti mando un bacio e ti lascio con due fotografie dedicate allo scultore Vitaloni...
capace com'è di creare sculture straordinarie.