Mio caro amico…
lo scorso febbraio…
ci ha lasciato per sempre l’attore Flavio Bucci.
Ahimè…
da anni era ospitato
in una casa famiglia ad un passo da Roma.
Purtroppo era costretto a dimorare in quel luogo triste e cupo a causa di una esistenza spericolata che lo aveva ridotto in gravi difficoltà economiche. Ultimamente…si era ammalato gravemente.
Purtroppo era costretto a dimorare in quel luogo triste e cupo a causa di una esistenza spericolata che lo aveva ridotto in gravi difficoltà economiche. Ultimamente…si era ammalato gravemente.
https://tvzap.kataweb.it/news/239607/flavio-bucci-la-confessione-del-ligabue-in-tv-non-ho-piu-soldi/ Era
un bravissimo attore Flavio Bucci e vorrei ricordarlo al fianco di Alberto
Sordi in questa strepitosa interpretazione nei panni di don Bastiano il sacerdote ribelle de:“IL MARCHESE
DEL
GRILLO”Come senza dubbio saprai…Flavio è stato un bravissimo attore tuttavia non ha saputo
gestire la sua vita che ha trascorso in modo sciagurato...dannatamente in ostaggio di alcol…tabacco e droga.
In modo inconsapevole…sembrava quasi il
protagonista di un vecchio film di Vittorio Gassman dal titolo
emblematico:
“GENIO E SREGOLATEZZA”
Sono
però sicura che questo grande interprete…sia entrato per sempre nel
cuore degli italiani recitando come protagonista nella serie televisiva
dedicata ad Antonio Ligabue…sceneggiato che ci ha fatto conoscere in tutte le sue sfaccettature la vita di un
maestro della pittura...
vissuto per quasi tutta la vita ad un passo
della mia adorata Parma.
Nacque a Zurigo in Svizzera…ma a Gualtieri dove ha vissuto
gran parte della sua vita veniva chiamato Genio. Era il 1977…e mentre le
piazze di tutta Europa divenivano roventi per via delle dimostrazioni degli studenti
contestatori…
la RAI proponeva il suo primo sceneggiato trasmesso a colori
dedicato proprio alla vita di questo grande artista che a modo suo si
ribellava ai dogmi della società del primo novecento e alle persone che
spesso lo avevano emarginato perché lo consideravano una persona con problemi
mentali.
Ricordo che durante la trasmissione di quello splendido sceneggiato…la
celebre sigla era di Armando Trovajoli.
Erano gli anni in cui frequentavo
la scuola con la spensieratezza di quegli anni gioiosi e ti diro’…mi innamorai
subito dei quadri di Ligabue perché era un artista che usava una tecnica
inimitabile!
I suoi animali impressi sulla candida tela sono autentici
capolavori e…addirittura…
le sue tigri sembrano balzare dal quadro pronte
a lanciarsi verso gli avversari.
Naturalmente…già allora ho cercato di
apprendere meglio la vita di questo genio della pittura e per prima cosa… ho
scoperto che si era trasferito in Emilia quando ancora era bambino.
Il
suo vero nome era Antonio Costa…ma dopo il nuovo matrimonio della
madre aveva cambiato il suo cognome in “Laccabue” cognome del
nuovo marito che lo aveva adottato.
Nel momento dell’adozione…sembrava
arrivare un momento felice ma dopo pochi anni una tragedia aveva segnato per
sempre la sua vita di adolescente.
Nel 1913 la madre e le sue 3 sorelle
passarono a miglior vita a causa di un misterioso avvelenamento. Questo
dramma…forse era stato provocato dal suo patrigno. Questo malvagio
individuo…si chiamava Bonfiglio Laccabue…ma nessuno riuscì mai a provare la sua
colpevolezza.
E’ inutile dire che per il giovane Antonio ebbe inizio una
dolorosa odissea. Dopo avere cercato inutilmente di frequentare la scuola in
Svizzera senza successo…ritornò in Italia proprio a Gualtieri…dove cambio’ il
suo cognome in Ligabue.
Ora…sbarcava il lunario facendo il muratore.
Poi il destino…finalmente
si schiero’ dalla sua parte e nel 1928…conobbe un grande artista parmigiano. Si
chiamava Renato Marino Mazzacurati e lo prese subito in simpatia.
Il suo nuovo
amico Mazzacurati…si rese immediatamente
conto che sotto gli abiti dimessi di un poveraccio…batteva con vigore il cuore
di un geniale artista. Pertanto con un po' di pazienza gli insegno’ uno
ad uno…qualsiasi segreto della pittura e
della scultura.
Cosi’…una volta per tutte Ligabue poteva dedicarsi alla sua
passione che era quella di dipingere stupendi quadri realizzati con i classici
colori ad olio. Purtroppo…c’è da aggiungere che le condizioni di salute
dell’artista gia’ in quel periodo erano precarie tantè che alterno’ per
tutta la vita periodi di grande lavoro con ricoveri d’urgenza all’ospedale San Lazzaro di
Reggio Emilia.
Questo sfortunato artista…molto di frequente cadeva in profonde
depressioni . Pensa che negli anni bui della guerra – parlo dell’inverno 1944 –
trovò lavoro come interprete presso il comando tedesco di Reggio…lui il
tedesco lo sapeva a menadito e pensa! Si comportò in maniera inappuntabile fino
a quando…
in un piccolo litigio ruppe una bottiglia di vetro scaraventandola sulla testa
di un ufficiale delle SS che fortunatamente per lui…era protetto dall’elmetto
di acciaio calzato sulla testa!
Le cronache ci narrano che il comandante della
guarnigione ebbe pieta’ di lui e lo salvo’ facendolo passare per pazzo evitandogli
in questo modo la fucilazione sul posto.
Poi…finalmente la guerra era
terminata e Ligabue poteva tornare a dipingere i suoi quadri.
L’arte…per questo
personaggio era un modo per distrarsi da una vita che lo trascinava tra
l’ospizio e le case dei suoi amici.
In questo momento inizio’ il suo
periodo fortunato. Finalmente…un giorno i critici si interessarono alla sua
arte ed iniziarono in questo modo le mostre dei suoi quadri. Non è un segreto
per nessuno che si affermo’ con il successo che meritava. Aveva il carattere
capriccioso il nostro Ligabue ed era anche imprevedibile.
Pensa che acconsenti’
di fare una mostra a Roma in una galleria a Piazza di Spagna…attuando un vero e
proprio ricatto. Pretese che in cambio…il Governo… premiasse il suo
talento con una medaglia d’oro e non solo! Obbligo’ che il gallerista Mario
Russo lo ricompensasse con una moto Guzzi di colore rosso fiamma.
Ormai…
Ligabue era diventato un artista cosi’ affermato che poteva permettersi ogni
giorno le piu’ blasonate stravaganze! I tempi stavano cambiando ed era finita
quella parentesi di vita fatta di emarginazione…abbandono e malattia.
Le sue
opere venivano acquistate ed esposte a Palazzo Pitti…alla Quadriennale di Roma
e nella galleria di Palazzo Reale a Milano.
Antonio Ligabue era diventato un
artista rispettato da tutti e…adesso con qualche soldino in tasca…aveva coronato
il sogno di acquistare un’automobile e farla guidare sulle strade della Bassa
Padana addirittura da un autista!
E’ pur vero che il suo cruccio più grande è
stato quello dell’amore non ricambiato per la proprietaria dell’osteria di
Gualtieri la mitica signora Cesarina.
Un amore profondo al punto tale…che il
Nomadi hanno scritto questa bellissima canzone dal titolo:“DAMMI UN BES”
E
adesso…per concludere…come tutte le belle favole anche quella di Ligabue è
finita.
Sono trascorsi molti anni da quel maledetto 27 maggio 1965…allorquando
il Maestro ha chiuso gli occhi per l’ultima volta nella sua amata Gualtieri…ma
come accade per tutti i grandi artisti…il suo ricordo continua a
vivere nel cuore di chi ha amato la sua arte sublime.
Ora…lascio la parola a
Vittorio Sgarbi e alla sua presentazione della mostra dal titolo:“ANTONIO
LIGABUE…LO SPECCHIO DELL’ANIMA” che il Museo Statale Centrale di Mosca ha
dedicato al nostro maestro.
Ti dirò la
verità…a me Antonio Ligabue sembra un personaggio uscito dalla penna di
Giovannino Guareschi…uno di quelli vissuti accanto al Grande Fiume dove "IL SOLE IN ESTATE SCOTTA”.
Il genialoide era un po' folle e negli ultimi periodi
della sua vita diceva:
“Faranno un film…quando sarò morto.
A me però non mi
comanda nessuno!”.
Amico mio...domani sera alle 21
potrai trovarmi nella CHAT di FACEBOOK.
Ti mando un bacio e ti lascio con due fotografie dedicate allo scultore Vitaloni...
capace com'è di creare sculture straordinarie.